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Il decennio della marmotta

Posted by sterte su 3 luglio 2008

In un film di qualche anno fa, diventato poi un piccolo cult, Bill Murray si trovava a rivivere ripetutamente la stessa giornata, svegliandosi alla stessa ora con la stessa canzone alla radio, incontrando le stesse persone per strada e così via, fino a comprendere il meccanismo, dopo lo stupore iniziale, e usarlo a proprio favore.

Mi sono svegliato a 10 anni fa, mi trovo nello stesso posto, con lo stesso ingenuo entusiasmo per il futuro, la stessa paura di non sfruttare le varie opportunità che mi si presenteranno, o di non notarle nemmeno e lo stesso indefinito senso di amarezza, come nella vaga consapevolezza che la paura che provo sia ben più sensata dell’entusiasmo. Come 10 anni fa sono circondato da amici ma mi sento fondamentalmente solo, e mi concedo il vezzo di godere in certi momenti, pur soffrendo in molti altri, di questa mia solitudine.

Ritornare indietro di 10 anni e poter modificare il corso degli eventi, conoscendolo a priori può essere una grossa fregatura se nei 10 anni in questione si è fatta la maggior parte delle volte la scelta giusta, o al contrario un grosso vantaggio se hanno prevalso le cazzate. In ogni caso è un rischio e una sfida. Una sfida che sto entrando nell’ottica di accettare.

C’è solo un problema non trascurabile. Bill murray si svegliava centinaia di volte sempre nello stesso giorno senza però invecchiare. Io mi sono svegliato al tempo di quando avevo 20 anni, ma ne ho ancora 30… devo sperare che le cose irrecuperabili siano poche, e non posso permettermi di sbagliare più. Di ripartire un’altra volta alla tenera età di 40 anni proprio non me la sento.

Una Risposta to “Il decennio della marmotta”

  1. Ele said

    Come ti capisco.
    Certe volte mi sento nello stesso identico modo.
    Leggendo questo tuo post però non so se sorridere all’ usuale e inalterata “comunione mentale” o rattristarmi per l’amara depressione universale de ” e il naufragar m’è dolce in questo mare “.
    Fatto sta che Bill Murray mi fa pensare più ai “Ghostbuster” ed al tempo dell'(in)coscienza che alle marmotte! vabbè…un saluto!

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