Domani ricorre il decennale della morte di Fabrizio De André, ormai lo sanno anche i muri. Ovunque è un fiorire di celebrazioni, commemorazioni, masturbazioni… dal circolo arci che raduna qualche cover band sgangherata, agli speciali in tv, alle riscoperte di inediti…
Sul mio glorioso ipod, risalente ormai a 4 o 5 generazioni (di ipod) fa, ho qualcosa come 6000 canzoni, tra cui tutta la discografia di De Andrè… quando perchè pescata a caso, quando per scelta esplicita, quando ascoltata distrattamente, quando in silenzio al buio e col lacrimone, almeno una sua canzone al giorno mi passa per le orecchie. Ebbene, faccio promessa solenne che domani non ascolterò neanche una sua canzone!
Il motivo è semplice: MI SONO ROTTO I COGLIONI DI TUTTE QUESTE RICORRENZE E COMMEMORAZIONI, il cui esito, o a voler pensar male, il cui scopo, è quello opposto!
Domani saremo tutti li a commuoverci per le parole del poeta, dopodomani i pochi che continueranno ad ascoltarlo di propria sponte saranno degli sfigati e/o dei “comunisti” (termine abusato sebbene per motivi tanto storici quanto politici ormai privo di significato)!
Propongo qui per De Andrè ma non solo, di istituire delle giornate dell’oblio anzichè giornate della memoria, sulla falsariga del non-compleanno di alice nel paese delle meraviglie: il giorno della sua ricorrenza il personaggio, o evento storico che sia, viene totalmente rimosso, a patto che rimanga ben presente nella nostra testa e nella nostra memoria tutto il resto del tempo, magari cercando con un po’ di fantasia dei lati positivi anche a ricorrenze che apparentemente non ne hanno… ecco alcuni esempi:
- Ricorrenza della scomparsa di Fabrizio De Andrè: l’11 gennaio si mandino canzoni death metal a tutto volume in tutte le piazze, poi però, per tutto il resto del tempo, ogni 10 puntate di xfactor si mandi qualche vecchia registrazione delle rare apparizioni televisive di De André.
- Natale: macchè tutti più buoni! il 25 dicembre diventi un giorno dove tutti sono degli insopportabili stronzi e c’è da avere paura a uscire di casa… magari però da santo stefano alla vigilia non sarebbe male ripensare un po’ meglio, senza mediazioni o distorsioni di sorta, a cosa aveva da dire 2000 anni fa quel tale, quel povero cristo!
- 25 aprile: fa troppo male, tutti gli anni vedere i banchetti dell’anpi con i pochi ex partigiani rimasti che hanno scritto a caratteri cubitali in faccia “ma allora a cosa è servito!?!?”, mentre i governanti/regnanti continuano, una lenta ma inesorabile operazione di revisionismo storico.
Allora il 25 aprile si senta pure libero, chi vuole, di rievocare la marcia su roma o quant’altro, poi però il giorno dopo, anzichè iniziare a pensare all’estate imminente, le diete e le vacanze, chi, come me, ha la fortuna di poterne essere orgoglioso, ripensi ai propri genitori/nonni/bisnonni e a quanto hanno fatto, a loro tempo, sperando in qualcosa di meglio di un andreotti o un berlusconi qualsiasi. - Quando c’era lui i treni arrivavano in orario…: Trenitalia si organizzi per fare dei ritardi enormi su qualsiasi linea il 29 luglio di ogni anno, ma offra un servizio impeccabile tutti gli altri giorni!
- San Valentino: il 14 febbraio nessuno si degni nemmeno di guardare in faccia il proprio partner, se non per insultarlo e litigarci, i più disinibiti cornifichino pure a tutto spiano, si legalizzi per un giorno la prostituzione in tutte le sue forme, poi però non c’è pms, stanchezza, scazzo, incomprensione, ripicca che tenga, che tutti abbiano gli occhi a cuoricino per tutto il resto del tempo
- …
La lista potrebbe essere estremamente lunga, il senso è sempre lo stesso: per ricordare veramente qualcosa e per darle valore, il modo migliore non è forse perpetrarla costantemente, e magari abandonarla ognitanto soltanto per un momento, per capire quanto è importante?